La netta separazione tra lavoro e vita privata va sempre più sfumando: le comunicazioni e le trasmissioni dei dati sempre più rapide e il lavorare in contemporanea su fusi orari diversi, assieme a una più alta coscienza dei valori della vita privata e dei piaceri della convivialità, portano a vivere intensamente questi due aspetti della vita di ogni uomo per tutto l’arco della giornata. Può, per esempio, capitare, tra una riunione di lavoro e l’altra, di essere chiamati da un figlio che ha bisogno di un consiglio, così come di ricevere, mentre si sta stilando una relazione al computer, una e-mail da un carissimo amico con cui si sono condivise le emozioni della scorsa estate o, ancora, di doversi preoccupare di cercare un regalo per la cena con gli amici. Per coloro che sanno gestire con equilibrio e consapevolezza questo modo di vivere, si tratta di essere sempre più attori protagonisti della propria vita e sempre meno comparse nella vita altrui.
L’essere più veri, più genuini, più sicuri di sé si esplicita necessariamente nella propria esteriorità. Anziché nascondersi dietro a dei modi di apparire, ci si manifesta col proprio modo di essere. E le scelte estetiche, pur condizionate dalla moda, riflettono la propria personalità, soprattutto nei piccoli ma essenziali particolari; l’eleganza è determinata dalla originalità di queste pennellate che, con accostamenti insoliti o contaminazioni impensate, rendono il quadro unico. L’eleganza diventa classe quando nulla di ciò che si percepisce di un uomo è stonato, disarmonico, inadatto.
La vista e il tatto sono evidentemente coinvolti nell’eleganza di un uomo, ma l’olfatto che ruolo gioca? I grandi nomi dell’eleganza maschile in Inghilterra, così come le più prestigiose sartorie campane e pugliesi, hanno sempre proposto degli abbinamenti “fragranti” alle loro creazioni. Nomi quali Aquascutum, Burberry, Dunhill, Floris, Knize, Penhaligon’s, Crown Perfumery, Creed, Maître Parfumeur et Gantier, Castle Forbes Collection, Acqua di Biella, Santa Maria Novella e, più recentemente, Marinella e Lorenzo Villoresi sono proposti in alcuni negozi di abbigliamento come l’ultimo, prezioso, particolare che completa il corredo dei loro clienti. Vi sono quindi delle rappresentazioni olfattive dell’eleganza di un uomo. Certi profumi sanno rafforzare lo stile di un uomo così come una colonna sonora riesce ad arricchire le immagini e le atmosfere di un film.
Ma quanti diversi uomini esistono, quante sono le sfaccettature dei loro caratteri, quanti contrasti si uniscono nel determinare una personalità? Non è possibile determinarlo con una ricerca di marketing, ed è per questo che, come in molte altre espressioni dell’arte, i capolavori imperituri sono nati quasi sempre quali espressioni di una forte personalità, per esprimere una prorompente creatività, senza pensare di dover piacere ad altri. Gli “altri” che ameranno il frutto di questa energia saranno solo coloro che si sentiranno fortemente attratti dalla dinamicità e dalla passione che queste creazioni continuano a sprigionare, e solo chi vuole capirle, conoscerle intimamente, assaporarle, o chi nel sentirle ha rivissuto emozioni fortissime le saprà apprezzare e le farà compagne della sua vita.
Un profumo può risultare sorprendente, azzardato, scandaloso, curioso. Ma se riflette comunque la personalità di chi lo indossa e se è coerente con tutte le sue scelte estetiche non può che esaltarle e rafforzarle. Se è vero che il profumo è il discreto ambasciatore dello stile di un uomo, dovrebbero occorrere un’estrema severità di giudizio, un’umiltà e un’autocritica notevoli per effettuarne la scelta.
Ma allora scegliere un profumo vuol dire conoscere se stessi meglio di quanto potrebbe fare uno psicanalista, portando in superficie il vero Io, analizzando e interpretando ansie e insicurezze? Assolutamente no! La scelta deve essere istintiva e non razionale, passionale e non calcolata. Non bisogna avere fretta, si deve fare la scelta quando si è emotivamente preparati al cambiamento, e contano di più le prime impressioni che quelle filtrate dal raziocinio. Bisogna liberare il naso e la mente dal profumo che già portiamo, spruzzare un po’ del nuovo candidato sui polsi e annusarlo più volte durante il giorno, in momenti diversi.
Ricordiamoci che molte cose che indossiamo portano memoria del nostro profumo, dai vestiti al cinturino dell’orologio. La nostra cabina-armadio è il luogo per eccellenza in cui, entrandovi il mattino appena svegli, ci immergiamo nel nostro profumo che è restato sui pullover, sulle giacche. Dobbiamo sforzarci, nella fase del “cambio”, di annusare il nuovo profumo, prima di entrare nell’abbraccio del vecchio, e di capire se ci piace, se ci predispone ad affrontare la giornata, se ci coccola. Direi, a costo di sembrare banale, che se il nuovo profumo riesce a strapparci un sorriso o un pensiero positivo a pochi secondi dal suono della sveglia, abbiamo quasi certamente trovato esattamente ciò che cercavamo.