Se un profumo nasce sulla base di emozioni personali, a parte qualche rara meravigliosa eccezione, non può e non deve essere apprezzato da tutti. E' come lo scatto irripetibile di un ritratto in bianco e nero che riesce a comunicare l'intima sofferenza o l'immensa felicità di un volto incorniciato solo da ombre e luci, che può essere così intenso ed estremo che solo ben poche persone, oltre a riconoscerne la forza e la bellezza stilistica, se lo appenderebbero in camera. Oppure è come una scultura realizzata con rottami ferrosi che riescono a creare un insieme armonico e sublime. Alcuni ne riconosceranno il valore artistico ma pochi la acquisterebbero per la propria casa. Chi però, per passione, acquista o visita nelle esposizioni queste creazioni ne trae un’immensa emozione, prova una immedesimazione intensa e si sente partecipe della creatività intrinseca dell'oggetto.


Ho Iniziato a scrivere questa rubrica, Profumi d'autore, per parlare dell'atto creativo, dell'opera d'arte più che del suo mercato, di una profumeria, quindi, che non fosse urlata, chiassosa, modaiola, ma fatta di singoli atti creativi, ricchi di personalità ed originalità. Sono convinto che, narrando aneddoti e storie, questi profumi e fragranze possano essere apprezzati nella loro particolarità, compresi meglio, ovvero come rappresentazioni di sensazioni, siano esse provocate da un ricordo o da un sogno, dalla vista o dal tatto. Devo ammettere che è stato molto gratificante condividere questa mia passione con una buona compagnia di sinceri estimatori di questo mondo, una sorta di club di entusiasti degustatori, discernendo amabilmente di note ed accordi quasi fossimo degli incalliti melomani. Esiste però anche la profumeria che io chiamo "convenzionale", a cui non difettano capolavori, ma che ha come priorità il mercato e le sue regole.
Finora i suoi adepti, che si sentivano investiti del ruolo di portavoce del lusso e ne traevano buon profitto, non avevano mai considerato la profumeria artistica, quella di cui io amo parlare, se non con condiscendenza e sufficienza. Ma un bel giorno, dopo decenni di crescita ininterrotta, è arrivata la crisi e qualcuno si è accorto che Cenerentola, ovvero la profumeria di nicchia, aveva invece un inalterato roseo futuro. Temevo questo momento perché sapevo che alcuni produttori, distributori e negozianti avrebbero pensato che indossare la scarpa di Cenerentola li avrebbe avvicinati al Principe. E allora c’è chi acquista piccole case dalla secolare reputazione per utilizzarne il nome, chi si accorge ora di quanto semplicistico fosse imporre lo stesso profumo a tutti, chi inaugura il ramo “selettivo” della propria attività sperando di attrarre una clientela più raffinata. Comunque, in nessuno di questi casi, è sincera la tensione a tornare a considerare la profumeria un’arte.


Data la premessa, a chi giova produrre in milioni di pezzi e proporre in migliaia di negozi fragranze nate per essere apprezzate da pochi? Non è imponendo di leggere poesie a chi desidera semplicemente della prosa che si amplia il numero degli estimatori delle rime. Ora che la confusione sembra aumentare, occorrerà ancor più tentare di essere chiari, di attribuire correttamente onori e responsabilità. Perché illudersi che questi profumi possano improvvisamente attrarre nel proprio negozio una clientela di prestigio? Non basta avere un bel marchio con una lunga storia e una nutrita batteria di capolavori, per essere dei validi suggeritori di fragranze d’autore. Un bel prodotto bisogna proporlo con garbo, conoscerlo intimamente e raccontarlo a chi lo possa apprezzare.
Infatti, solo se questa arte viene correttamente esercitata si riescono ad ottenere rispetto e fedeltà da parte della clientela. E poi non sono certo il censo o lo status sociale a determinare la scelta di un profumo particolare. Essa è sempre frutto dell’esperienza di vita, della sensibilità, del gusto di una personalità. Una personalità spiccata che è espressione di una attitudine artistica od intellettuale, di cui probabilmente non si ha neppure coscienza, che ama le sfumature, che sa apprezzare l'essenza delle cose e non il loro apparire. E’ solo così che certe persone intraprendono un’attenta ricerca delle fragranze che esaltano il loro unico modo d’essere, sottolineandone la particolarità. Una dichiarazione esplicita della voglia di dichiararsi individui tra la gente.
Per concludere, un mio pensiero: “E se in questo scritto, alla parola profumo, sostituissimo un qualsiasi altro frutto del buon gusto, dell'ingegno e dell'arte?”


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Monsieur, Maggio 2004

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