Prendendo spunto dalla recente pubblicazione del libro di Ornella Pastorelli "Il profumo dello spazio" (FrancoAngeli Editore), in cui, con angolazioni decisamente insolite e stimolanti, diversi autori affrontano l'argomento degli "odori attorno a noi", proviamo ad osservare più da vicino la profumazione d'ambiente, arte antichissima con molte implicazioni igieniche, mistiche e religiose, che si presta a diverse analisi sociologiche, storiche ed etnologiche.


L'odorato è uno dei sensi che nel mondo animale è tra i più sollecitati nella comunicazione. I segnali di pericolo, i richiami sessuali, i marcatori dei percorsi o dei territori sono odori. Ma anche noi umani utilizziamo istintivamente le associazioni luogo-odore: se parliamo di un ospedale "sentiamo" subito il penetrante odore dei disinfettanti, una chiesa fa venire in mente l'incenso dei turiboli, una falegnameria fa materializzare l'odore del legno appena tagliato e per restare in tema di tagli, chi non riconosce subito il profumo dell'erba appena tagliata?
Ma perché saturare un ambiente di un odore che non gli è proprio?
Certamente, in particolare tra '400-'600 i profumi servirono anche a coprire gli effetti indesiderati dell’assenza di fognature e la scarsa abitudine alla detergenza personale, ma nella civiltà umana alcuni odori, in particolar modo quelli emanati da sostanze rare, difficilmente reperibili ai più, divennero emblematici del comando o della religione ed i luoghi ove tali poteri venivano esercitati ne erano pervasi. Anche il censo venne, via via, associato ad alcuni odori e così le abitazioni dei nobili venivano profuse di incensi o cosparse di petali di rose.
Resine ed incensi arsi in appositi bracieri, fiori, oppure oli profumati utilizzati per alimentare lampade o dispersi in acqua e da questa rilasciati per riscaldamento, candele profumate, legni odorosi che ardendo sprigionano effluvi profumati, erbe aromatiche in sacchetti di stoffa, saponi posti nei cassetti, acque odorose ottenute per distillazione in corrente di vapore di infusi di petali o erbe, hanno per secoli svolto il compito di coprire gli odori sgradevoli o di creare delle "magiche" atmosfere. E un cenno a parte meritano frutti, erbe aromatiche e spezie seccati ed aromatizzati definiti pot-pourri, letteralmente vaso putrido, perché tali miscele vengono poste in orci di terracotta affinché si impregnino di essenze e in certi stadi del processo, gli effluvi della miscela non sono poi così piacevoli come lo sarà invece il prodotto finito.


Oggi i profumi per ambiente aiutano a caratterizzare il ruolo o la funzione di un luogo, se usati con sapienza riescono ad "attivare" emozioni istintive che portano con immediatezza il pensiero a ricordi positivi, a luoghi e situazioni noti, creano atmosfere rilassanti che favoriscono la socializzazione e la convivialità. Le fragranze per ambiente di qualità devono rispettare tutte le caratteristiche di un ottimo profumo, ma hanno in più il gravoso compito di dover essere giudicate da più persone contemporaneamente nello stesso spazio, e non è certamente facile competere con un buon mazzo di fiori o con gli aromi di un giardino ben curato.
Come in culinaria, non sono sufficienti le note dominanti ma contano moltissimo le sfumature e le armonie.


Recentemente è aumentata a dismisura l'offerta di aromatizzatori per la casa, fatti di strani gel colorati che magicamente quasi spariscono come se sublimassero, lasciando strani resti ectoplasmatici, o diffusori elettrici di arie mediterranee o prati alpini in fiore che sono imparentati con le piastrine anti-zanzare, piuttosto che detersivi e ammorbidenti che rendono le nostre lenzuola e i nostri vestiti innaturalmente profumati di frutti tropicali o di sentori oceanici. Una invasione da cui non si sono salvati neppure l'automobile e gli ascensori. Un esercito di detergenti, deodoranti, pastiglie e polveri odorose per battitappeti e scope elettriche, detestabili antitarme che più che tenere lontani i poveri insetti ci portano a finanziare le tintorie sia prima di riporre gli abiti negli armadi che poi per togliergli quell'odore terribile in cui hanno passato una stagione. Una infinità di odori che hanno il piccolo difetto di essere un po' poveri di poesia.
L'ultimo capitolo del libro della Pastorelli è un breve, ma alquanto completo, vademecum dei marchi che hanno affrontato la creazione di fragranze per ambiente con rispetto, stile e molto amore per le cose belle. Si, perché si possono fare anche ottimi prodotti per profumare gli ambienti che siano anche degni di essere mostrati per la loro eleganza e raffinatezza.


icon file

Monsieur, Dicembre 2003

icon arrow