Se ci atteniamo alla definizione del vocabolario Zingarelli, il profumo è "una esalazione odorosa gradevole, naturale o sintetica". Tutto sta nella parola "gradevole": ciò che risulta gradevole predispone allo star bene, al buon umore, al piacere. E' frutto di sapienti equilibri, è armonico, benevolo, godibile. Gli odori, o meglio, le molecole che interagiscono con il nostro organo olfattivo sono innumerevoli. Il loro grado di gradevolezza o di sgradevolezza dipende molto anche dai condizionamenti a cui siamo sottoposti culturalmente. Molti occidentali non considerano piacevoli i tipici odori dei souk arabi o delle strade indiane ma, a volte, dopo avere approfondito la conoscenza di queste culture, il loro giudizio cambia radicalmente. La cucina offre spesso il più immediato esempio di come i medesimi aromi possano essere diversamente apprezzati in diverse parti del globo.


Attenendosi al famoso detto "de gustibus non disputandum est" non esistono profumi buoni e profumi cattivi ma solo profumi che possono risultare più o meno piacevoli al singolo. E’ però importante saper riconoscere a che tipologia appartengono i profumi che preferiamo per riuscire a ad orientarsi in una offerta dalle proporzioni bibliche. Non esistendo una forma di comunicazione orale o scritta sufficientemente precisa per rappresentare i profumi, sono stati creati dei modelli empirici per aiutare a classificarli. Modelli abbastanza semplici vengono utilizzati per catalogare i profumi nella loro accezione di prodotti finiti. Essendo potenzialmente molto complessi nella composizione, la loro classificazione si basa sulle note dominanti.


In Francia, la Commissione tecnica della Società dei Profumieri (www.parfumeur-createur.com) ha messo a punto una classificazione dei profumi in sette famiglie:
1)Les Hespéridés (gli agrumati); 2)Les Floraux (i floreali); 3)Les Fougères (i fougère letteralmente le felci, ma in realtà un misto di note di lavanda, di legni e muschi, di cumarine e bergamotto); 4)Les Chypre (i cipriati nome che deriva da Le Chypre di Coty creato nel 1917. Sono profumi basati su accordi di muschio di quercia, di patchouli, di cisto-labdano e di bergamotto); 5)Les Boisés (i legnosi); 6)Les Ambrés (gli ambrati); 7)Les Cuirs (i cuoiati). Questa classificazione è ragionevolmente intuitiva e riduce sensibilmente i dubbi sulla prima attribuzione del profumo che stiamo annusando, anche se poi scopriremo che ci sono molte sottoclassi.
Un altro metodo abbastanza vicino a questo è quello proposto da Michael Edwards nel suo libro Fragrances of the World (www.fragrancesoftheworld.com).
Le quattro grandi famiglie (note floreali, note orientali, note di legni e note fresche) vengono ulteriormente ripartite in un totale di dodici sottoclassi che costituiscono la cosiddetta Ruota delle Fragranze. E modelli molto più precisi e complessi sono stati creati per catalogare le materie prime.
Chi crea un profumo è comunemente definito un "naso". Questo meraviglioso rivelatore che è il nostro organo olfattivo gioca un grande ruolo nel suo lavoro, ma se non viene sottoposto a continui affinamenti potrà solo "sentire" l'insieme, ma non riuscirà mai a separarlo nei suoi componenti. Un grande profumiere "sente nella testa" il profumo che andrà a creare, ancor prima di miscelarne gli ingredienti, immagina il risultato finale. Il continuo esercizio dell'olfatto è equiparabile al solfeggio del musicista e all'allenamento dell'atleta: solo con la consuetudine con gli odori potrà arrivare ad immaginare le sue future creazioni. Quindi il profumiere dovrà abituarsi al riconoscimento di ogni singolo odore tramite un metodo per esclusione, fino ad attribuire l'odore rilevato dal suo olfatto ad una delle classi della sua "scaletta gerarchica" di riconoscimento.


Guy Robert, uno dei fondatori dell’Osmotheque di Versailles, propone quella creata da suo zio Henri Robert quando nel 1919 lavorava nei laboratori con i "suoi compagni" Henri Alméras, Ernest Beaux e Vincent Roubert, tutti padri di fragranze indimenticabili, quasi un piccolo Olimpo di mostri sacri. La sua è una lista di classificazione in sole 18 famiglie, ma Guy giura che ogni odore al mondo può trovarvi la sua collocazione e che “..quando leggo una formula che non è scritta secondo quest’ordine, il solo modo di poterla immaginare, per capirne l’odore, è di copiarla ponendo i diversi ingredienti secondo il “mio” ordine. E’ solo allora che “sento” il prodotto come un musicista “sente” un’aria musicale percorrendo semplicemente con gli occhi lo spartito musicale sul quale l’aria è stata scritta.”! (Les sens du parfum - di Guy Robert - FrancoAngeli Editore).
Vi rimando al libro se vi interessa scoprire questa lista magica fatta di odori acidi o canforati, mielati o terrosi. Vi domanderete se è complesso utilizzarla. Non molto in realtà, come non è complesso imparare a riconoscere le sette note, ma scrivere poi una sinfonia è ben altra storia...


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Monsieur, Febbraio 2004

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